Uno dei problemi più affascinanti per chi si accosti allo studio della realtà dei pavimenti in terrazzo alla veneziana è sicuramente quello delle origini,
Un tentativo di ricostruzione storica: il battuto alla veneziana reliquia dell’Italia antica.

Nel 1856 Agostino Sagredo,parlando di “quel pavimento che noi chiamiamo terrazzo”sottolinea il merito dei veneziani di aver conservato ,tramandato e divulgato un arte la cui origine ritiene molto antica ricordando che già il Temanza della Dissertazione sopra un antica pianta di Venezia accenna nelle Venezie l’arte Romana del mosaico essere stata sempre fiorente,e che il nostro pavimento di terrazzo era quella sorta di lavoro,fratello minore del mosaico,che Vitruvio chiama Opus figinum.
Difatti nel 1781 il Temanza scriveva: Tuttavia qui sussistevano,e sussistono ancora,ad esclusione di ogni altra nazione,alcune arti ed alcuni usi ,o modi,che furono sol proprio dei Romani.

I pavimenti di smalto,che qui terrazzi si chiamano;il lavoro di Mosaico, che ne’ primi tempi si è qui sempre,e prodigamente,usato;e le imposte delle finestre,che si aprono al di fuori,volgarmente appellate Scuri, sono di origine,e di costumanza Romana.Gli smalti,o sianoTerrazzi,sono quell’Opus Figinum da Vitruvio, e da Plinio rammentato;e sono,per dir così,come fratelli del Mosaico.

Tale origine romana dell’arte del terrazzo è ribadita,pochi anni dopo il Sagredo,da Giuseppe Tassini: Quest’arte,in cui tanto si distinsero i nostri,era conosciuta anche dai Romani, Anch’essi,come attesta Vitruvio,formavano il terrazzo di calce con sassi,o mattoni,pesti,e polverizzati,lo indurivano mediante battitoi, lustravanlo mediante olio di lino linaceo,e mediante pomici lisciavanlo,rudus novum dicendolo se fatto con sassi,e rudus redivium se con pesti mattoni.

Ad oggi è ancora possibile osservare nel Tempio della Fortuna Primigenia di Palestrina (Roma) frammenti di pavimentazione ottenute battendo frammenti di calcare e di pietre colorate sopra un getto di calce di modo da conficcarsi in esso ed apparire,dopo una opportuna levigatura come superficie unitaria.

Si tratta di pavimenti in Opus Signinum e in Opus Scutulatum.